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Saper comunicare, anche a livello aziendale, può essere il fattore decisivo nelle occasioni di business che possono capitare giorno dopo giorno.
Quattro secoli fa, John Donne recitava “Nessun uomo è un’isola, intero in sé stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della Terra”.
Il tema della relazione è inevitabilmente al centro dello sviluppo di una comunità e, in quanto tale, è il centro di una adeguata corporate communication. La tecnologia ha modificato e moltiplicato i touchpoint. Per anni ci eravamo abituati alla comunicazione di uno versi tanti; la comunicazione di massa è irrimediabilmente archiviata nel passato. Ma anche la comunicazione di uno verso uno, che era sembrata la modalità primaria per superare la logica dei target di massa, è destinata a essere un episodio trascorso. Oggi la comunicazione è di tanti verso tanti. Oggi siamo e viviamo in Community.
Vale per gli individui, vale per le imprese. Non basta più la share of voice proporzionata alla share of market; le logiche dell’advertising tradizionale sono inapplicabili. Il contesto impone a chi comunica di essere contenuto e media al tempo stesso.
Sembrano realizzati i tempi della visione di Marshall McLuhan: il mezzo è il messaggio. Sembrava la proclamazione di una intuizione filosofica, oggi è solo la rappresentazione della realtà. E affinché il mezzo sia messaggio avrebbe bisogno di forti contenuti.
Ogni impresa diventa quindi “editore”, che ha bisogno di palinsesti complessi, declinati sui diversi media – tradizionali e social – e di contenuti flessibili, che assicurino “interdipendenza”. Per questo la corporate communication oggi richiede una strategia forte.
I target si sono scomposti, sovrapposti; l’obiettivo della comunicazione non può più essere il destinatario del messaggio, preso singolarmente o per cluster sempre mobili e modificabili; la comunicazione delle imprese si rivolge alle relazioni con gli stakeholder.